Lontano
2016-2019
Sono italiano e vivo in Francia da 13 anni. Non ho scelto la Francia per la francofilia, ma un po’ per caso, o per scommessa: quando sono arrivato, non parlavo nemmeno la lingua. Dopo tanti anni, l’esperienza della distanza – per non dire dello sradicamento – anche quando avviene in un paese geograficamente e culturalmente vicino a quello in cui siamo cresciuti, mi sembra estremamente ricca, se non indispensabile, in una vita. E proprio da questo sguardo fuoriasse parte questo libro, dall’idea di un’Italia rimasta fuoricampo per tanti anni e che alla fine decido di inquadrare di nuovo, per comporre immagini partendo dalla realtà che entra prepotentemente nel mirino della reflex.
Ho voluto incontrare la gente, attraverso le generazioni e le istituzioni: il mondo del lavoro, la scuola, il carcere, la chiesa, il patrimonio storico e culturale. E nella tensione tra il cambiamento culturale e sociale e le tradizioni: il carnevale, la musica popolare, le feste religiose, il militantismo, sempre alla ricerca di una giusta distanza dal passato e dal presente di un paese che è mio ma non è più mio, un paese il cui cielo potrebbe essere quello di un luogo lontano e dove le sensazioni, la musica della lingua, i colori e i sapori, da familiari erano diventati per me quasi esotici, perché la memoria li aveva cristallizzati in qualcosa che non esiste più.